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Scrittura privata: in cosa consiste e quando serve consultare il notaio

Scrittura privata: in cosa consiste e quando serve consultare il notaio

Scrittura privata: cos’è

Secondo il diritto italiano, la scrittura privata rappresenta un documento che si può utilizzare soprattutto nelle trattative tra privati per regolare una certa situazione in ambito economico-finanziario, commerciale o di scambio.

In alcuni casi, come la compravendita immobiliare o la donazione, è necessario attenersi, invece, alle forme stabilite dalla legge.

La scrittura privata deve essere redatta per iscritto, datata e sottoscritta con firma autografa (o digitale) dall’autore o dagli autori.  Questi requisiti formali rendono il documento valido e utilizzabile.

Scrittura privata e ruolo del notaio

Perché sia riconosciuta ai fini legali, la scrittura privata deve essere autenticata, ovvero sottoscritta alla presenza di un notaio (o di un altro pubblico ufficiale). Solo in questo modo essa acquisisce piena efficacia probatoria. Non ci sono, tuttavia, differenze in merito ai contenuti o alle modalità di accordo tra le parti rispetto alla scrittura non autenticata.

Le parti coinvolte possono  procedere in momenti e tempi diversi alla sottoscrizione del documento dopo averlo redatto in modo autonomo. Ciò stabilisce un’importante differenza della scrittura privata rispetto ad un atto pubblico.

Le scritture private non autenticate o registrate mantengono l’efficacia probatoria fino all’eventuale disconoscimento da parte dell’autore, ovvero la persona che ha sottoscritto il documento.

In tale contesto il notaio è tenuto a:

  • accertare l’identità delle persone che sottoscrivono e intervengono all’atto;
  • verificare che il contenuto del documento corrisponda alle volontà delle parti coinvolte.
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